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Il
tempo qui nelle Due Sicilie trascorre inesorabile come in tutto il
mondo, ma non passa. A tal proposito vi proponiamo l'incipit de Il bilancio dello stato sal 1862 e al 1896-97. Se potete, procuratevi Scritti sulla questione meridionale del
Nitti, Laterza nel 1958. Nitti scriveva 110 anni fa, ma i suoi
scritti descrivono alla perfezione anche il Meridione attuale, e anche
quello di mezzo secolo fa. Il tempo non passa, colonia eravamo e
colonia siamo...e colonia resteremo; se continueremo a confidare
nello stato sedicente italiano.
L'incipit de "Il Bilancio dello Stato", Napoli 1900.
Scopo e limiti della ricerca
Questa ricerca ha per scopo di stabilire la situazione di ciascuna regione italiana di fronte al bilancio dello Stato.
Nel Nord d'Italia è idea molto comune che il Sud sfrutti il
bilancio nazionale, contribuendo, viceversa, in misura minore. Si dice
che mentre i meridionali pagano di meno, hanno voluto e preteso un
grande numero di ferrovie improduttive, hanno preso il maggior numero
di posti nelle pubbliche amministrazioni, hanno preteso e pretendono
concessioni sempre più larghe. In Piemonte e in Lombardia si
crede anche che i meridionali, mentre trovan modo di sfuggire a molte
imposte (o mediante i vecchi catasti, come nella fondiaria; o
perché non investono, ma semplicemente conservano le loro
ricchezze, come nelle imposte sulla ricchezza mobiliare), chiedono
viceversa nuove concessioni allo Stato. Si nota che nelle pubbliche
amministrazioni cresce il numero dei meridionali : e questo fatto desta
inquietudine.
Viceversa il Mezzogiorno in cui prima del 1860 era più grande
ricchezza che in quasi tutte le regioni del Nord; dove il
risparmio, sia pure nella forma primitiva dell'accumulazione e della
conservazione della moneta, era enorme; dove si viveva una vita molto
gretta, ma dove il consumo era notevolmente alto, presenta tutti i
sintomi della depressione e dell'arresto. Ancora tra il 1870 e il 1888
la ricchezza agraria del Veneto non era superiore a quella della Puglia
e tra Genova e Bari, tra Milano e Napoli era assai minore differenza di
sviluppo economico e industriale che ora non sia. Ma adesso, insieme a
una diminuzione nella capacità di consumo, si notano i sintomi
allarmanti dell'arresto del risparmio, dello sviluppo della emigrazione
povera, della pigra formazione dell'industria di fronte al bisogno
crescente. Tra il 1870 e il 1888 l'importanza del Mezzogiorno nella
vita sociale ed economica dell' Italia era molto maggiore che oggi non
sia. Tutte queste cose, anche se non conosciute, avvertite dalla
popolazione del Mezzogiorno, determinano uno stato di malessere.
Per spiegare questa differenza si sono invocate molte cause e molti
fatti sono stati messi avanti : si è parlato perfino di razze
differenti, si è discusso di razze inferiori e di razze
superiori; quasi che ciò che è prodotto delle razze,
cioè di natura, mutasse da un decennio all'altro.
Per studiare l'azione dello Stato di fronte a ciascuna regione bisognerebbe esaminare :
a) la politica1 finanziaria — cioè la
distribuzione delle entrate e delle spese pubbliche in
ciascuna regione;
b) la politica doganale; e) la politica economica.
Questa ricerca è limitata a studiare solamente la politica
finanziaria dello Stato. Essa vuole indagare quanta ricchezza lo Stato
prelevi ogni anno in ciascuna regione e quanto per essa spenda. Vuole
esaminare in qual modo si sia formato il sistema finanziario attuale :
e come i tributi gravino in proporzione della ricchezza di ciascun
paese. Si propone inoltre di vedere come lo Stato abbia speso, in
ordine alla distribuzione geografica, i proventi delle contribuzioni
ordinarie e straordinarie; e quale sia la distribuzione di tutti gli
istituti di Stato, si rallegrano a scopi di civiltà e di
benessere, o a scopi militari.
Francesco Saverio Nitti
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