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Taxis come Unità, Kosmos come Indipendentismo
L’accezione
autoritaria del concetto di ordine,
scriveva Hayek* nel lontano 1973, deriva dalla credenza secondo cui
l’ordine
può essere solo formato da forze che si trovano
all’esterno del sistema da
ordinare. Questa accezione pare sia quella comune anche ai giorni
nostri, essa
pervade i campi dell’istruzione, della religione, della
cultura. Di contro, un
equilibrio creato spontaneamente appare quasi come un disordine.
L’ordine
sociale, politico, militare regnante a Napoli prima del 1860, per
esempio, era
un disordine e c’era bisogno di un agente esterno che
imponesse il vero ordine,
questo è quanto cogliamo nel seguente passo: “ci
dissero che eravamo assai
addietro in fatto di civiltà, che non ci avevano educati
alle transazioni
commerciali, che ci avevano artificiosamente disgiunti dal consorzio
delle
nazioni e che seguendo le leggi loro, avremmo raggiunta una
felicità non mai
per lo addietro conosciuta”**. I Greci, ci illumina ancora
Hayek, avevano due
parole distinte per indicare i due tipi di ordine: l’ordine
autoritario era
definito taxis, l’ordine spontaneo, invece, era indicato come
cosmos (in
teologia, il termine cosmo esprime il concetto solamente di universo
creato,
senza includervi un qualche soggetto artefice della creazione). Certo,
si
obbietterà, Napoli ne ha subite di invasioni ed anche
l’ordine dei Borbone era
stato imposto. Ogni serio studioso della storia napoletana
però è ben conscio
che quella dei Borbone fu una continua lotta per
l’indipendenza del Regno da
ogni potenza straniera (nel 1799, nel 1806, nel 1860, passando per le
battaglie
diplomatiche contro le ingerenze pontificie, austriache e russe, per le
insurrezioni orchestrate dall’Inghilterra dei Pisacane, dei
Bandiera, nel 1821
e quella finanziata dai Piemontesi tra le fila dei reggimenti
svizzeri); in
parole facili, quella dei Borbone fu la lotta per permettere la nascita
di un
ordine spontaneo, libero dalla tracotanza straniera. Proviamo a dare
un’occhiata al prospetto sulle importazioni negli stati della
penisola
presentato nell’anno 1854 dal console piemontese: Stato
Romano L. 208.000,
Lombardo-Veneto L. 637.000, Toscana L. 640.000, Due Sicilie L. 640.000,
Piemonte L. 1.113.000***. Torino, in balia dell’Inghilterra
ed indebitata fino alle
orecchie, faceva venire da Londra “castagne, legumi, pasta,
fichi secchi e uva
passa, tessuti di seta e cotone, pentole, bottiglie di vetro
comune”! L’ordine
spontaneo del sistema dei “prezzi liberi”, invece,
faceva sì che Napoli
producesse da sé i suoi beni di consumo, accettando scambi
economici solo
quando erano alla pari. Per queste ragioni il nascente indipendentismo
napoletano è la lotta per l’ordine spontaneo e
l’emergere nitido dell’altra
faccia del Risorgimento fa paura alle istituzioni perché
può dare vigore a
spinte indipendentiste, ovvero la critica dell’ordine
autoritario può spingere
alla ricerca di un ordine spontaneo, ad una rete di interazione tra
individui
senza le deliberate costruzioni colonialistiche ottimamente denunciate
da
Zitara.
*F.A.
Von Hayek “Legge, Legislazione e
Libertà”, Edizioni Est, cap. II, pagg.
48 e seguenti
**Proclama
borbonico giunto da Napoli a Caserta il 22 Nov. 1861 in
A. D’Ambra, “Il
Brigantaggio Postunitario in Terra di Lavoro”, Edizioni
Delta3, cap. II, pag. 38
***G.
Coniglio, Note sulla Politica Economica di Ferdinando II di Borbone,
estratto dall’Archivio Storico per le Province Napoletane,
Nuova serie, vol.
XXXV (1955), pagg. 14 e 15
Angelo
D'Ambra 10/01/2011 |
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